mercoledì 11 ottobre 2017

Mutilazioni genitali

Mutilazioni genitali femminili, su thes. Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Dati Oms e paesi delle mutilazioni genitali femminili. I dati riguardanti la diffusione di queste pratiche sono allarmanti. L’Organizzazione mondiale della sanità stima che più di 1milioni di donne attualmente in vita hanno subito una qualche forma di mutilazione genitale.


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Si conoscono vari tipi di mutilazioni genitali femminili con diversi livelli di gravità, di cui la più radicale è comunemente chiamata infibulazione. Questa pratica sopravvive in molti Paesi del continente. E condanna per sempre le donne che la subiscono. Al contrario non viene sanzionata la chirurgia estetica intima, che in Occidente assume un rilievo via via crescente, spesso in assenza di una significativa letteratura medica che ne esami la criticità.


Nell’ambito dei programmi di cooperazione allo sviluppo condotti dal Ministero degli affari esteri e in particolare nei programmi finalizzati alla promozione dei diritti delle donne, in Paesi dove, anche in presenza di norme nazionali di divieto, continuano ad essere praticate mutilazioni genitali femminili, e comunque senza nuovi o maggiori. Poiché stiamo parlando di mutilazioni genitali femminili, è facile capire qual è il suo ruolo in questa storia. E, in questo caso, il cutter è una donna.


Era poco più di una bambina lei stessa quando ha praticato per la prima volta le mutilazioni genitali femminili a un’altra donna. A parte Yemen, Iraq e Indonesia, si trovano tutti in Africa.

Secondo l’Unicef circa 2milioni di donne sono state sottoposte a questa pratica in tutto il pianeta. Le mutilazioni genitali femminili sono praticate in trenta paesi del mondo. Più della metà vive in soli tre paesi: Indonesia, Egitto ed Etiopia. La mutilazione genitale femminile si riferisce alla rimozione parziale o completa dei genitali femminili esterni. Di solito è fatto tra l’infanzia e l’età di anni, ma anche le donne adulte possono sottoporsi alla procedura.


Un problema che riguarda anche l’Europa: secondo il Parlamento Europeo, sarebbero 500mila le donne che hanno subito mutilazioni che vivono nel continente e 180mila le donne a rischio. Le generazioni più giovani sono meno a rischio di quelle delle madri. Domande e risposte di un fenomeno che coinvolge oltre 2milioni di donne, di cui milioni sono bambine con meno di anni di età. Amref è impegnata nelle comunità per fermare la triste pratica del taglio, che ha ripercussioni fisiche e sociali. L’infibulazione, la più cruenta delle mutilazioni genitali femminili che consiste nell’asportazione della clitoride, delle piccole labbra, parte delle grandi labbra vaginali e nella cucitura della vulva – nella quale viene lasciato un piccolo foro per permettere la fuoriuscita dell’urina e del sangue mestruale: questa è una vera e. Parlare di mutilazioni genitali femminili ha suscitato inizialmente diffidenza e chiusura, sia perché ogni tema relativo alla sessualità è spesso considerato tabù, sia perché per molte donne e uomini era la prima volta che si metteva in dubbio una pratica che fa parte della loro ‘tradizione’”, dichiara Beatrice Costa, Responsabile.


Prima versione delle linee guida elaborate a cura della Commissione Nazionale contro le mutilazioni genitali femminili del Dipartimento delle Pari Opportunità. Che cosa sono le mutilazioni genitali femminili? Nemmeno nell’Islam, ma nonostante questo, secondo l’OMS, oggi circa 1milioni di donne hanno subìto mutilazioni genitali , che procedono, secondo alcune stime, al ritmo di ottomila al giorno. Le sostanziali differenze fra circoncisione maschile e mutilazioni genitali femminili, sono macroscopiche, ma alcuni oggi tendono ad equipararle. Storia delle mutilazioni genitali femminili.


Si celebra oggi, martedì febbraio la Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili istituita dalle Nazioni Unite. In base alle stime dell’Organizzazione mondiale per la sanità, le donne e le ragazze che hanno subìto una mutilazione genitale sono circa 2milioni e vivono prevalentemente in Paesi.

Il febbraio in tutto il mondo si celebra la Giornata mondiale contro l’infibulazione e le mutilazioni genitali femminili (MGF). La giornata è stata indetta dalle Nazioni Unite. Per combatterle indispensabile coinvolgere le comunità migranti.


Secondo le ultime stime disponibili, in Italia le donne con MGF sono tra 61.

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