venerdì 27 novembre 2015

Mutilazione organi genitali femminili

Controversie sul termine mutilazione. Le MGF sono discriminatorie e violano il diritto delle bambine alla salute, alle pari opportunità, a essere tutelate da violenze, abusi, torture o trattamenti inumani, come prevedono tutti i principali strumenti del diritto internazionale. La mutilazione degli organi genitali femminili. Ai sensi del 1° comma, è previsto che chiunque, in assenza di esigenze.


Mutilazione genitale femminile : non solo Africa.

Le mutilazioni genitali femminili sono pratiche tradizionali molto diffuse in Africa e in alcuni Paesi del Medio Oriente e che, in seguito ai flussi migratori, si stanno diffondendo sempre di più anche nei Paesi occidentali. Dati Oms e paesi delle mutilazioni genitali femminili. I dati riguardanti la diffusione di queste pratiche sono allarmanti. L’Organizzazione mondiale della sanità stima che più di 1milioni di donne attualmente in vita hanno subito una qualche forma di mutilazione genitale. In alcune culture esiste una teoria prevalente secondo la quale i genitali femminili possono crescere durante lo sviluppo, come accade per i genitali maschili.


Da ciò può risultare una situazione imbarazzante in cui la clitoride giunga a pendere fra le gambe come il pene maschile. Chiunque, in assenza di esigenze terapeutiche, cagiona una mutilazione degli organi genitali femminili è punito con la reclusione da quattro a dodici anni.

Dolori, shock, emorragie e danni agli organi circostanti la clitoride e le labbra. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce le mutilazioni genitali femminili (MGF) come “forme di rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni o altre modificazioni indotte agli organi genitali femminili , effettuate per ragioni culturali o altre ragioni non terapeutiche”. Che cosa sono le mutilazioni dei genitali femminili ? Storia delle mutilazioni genitali femminili. Ai fini del presente articolo, si intendono come pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili la clitoridectomia, l’escissione e l’infibulazione e qualsiasi altra pratica che cagioni effetti dello stesso tipo. Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili (articolo del Codice penale italiano).


L’Organizzazione Mondiale della Sanità, definisce come mutilazione genitale femminile “tutte quelle procedure che comprendono la rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni o altre lesioni agli organi genitali femminili per ragioni non mediche”. Cos’è la mutilazione genitale femminile ? Il febbraio in tutto il mondo si celebra la Giornata mondiale contro l’infibulazione e le mutilazioni genitali femminili (MGF). La giornata è stata indetta dalle Nazioni Unite. Questa pratica viene ancora eseguita nei paesi dell’Africa Sub-Sahariana, ma riguarda anche il Medio Oriente, alcuni paesi asiatici e alcune regioni dell’India.


Per combatterle indispensabile coinvolgere le comunità migranti. Secondo le ultime stime disponibili, in Italia le donne con MGF sono tra 61. Nelle forme più gravi, dopo aver rimosso il clitoride vengono tagliate anche le piccole a grandi labbra. L’infibulazione, la più cruenta delle mutilazioni genitali femminili che consiste nell’asportazione della clitoride, delle piccole labbra, parte delle grandi labbra vaginali e nella cucitura della vulva – nella quale viene lasciato un piccolo foro per permettere la fuoriuscita dell’urina e del sangue mestruale: questa è una vera e.

E non si tratta solo di impedire la mutilazione. Non puoi impedire che venga cambiata una modalità di espressione della cultura. Per il semplice fatto che non sarà impedendo la mutilazione che le cose cambieranno.


Al codice penale è aggiunto l’articolo 583-bis che punisce con la reclusione da quattro a dodici anni chi, senza esigenze terapeutiche, cagiona una mutilazione degli organi genitali femminili. Si conoscono vari tipi di mutilazioni genitali femminili con diversi livelli di gravità, di cui la più radicale è comunemente chiamata infibulazione. Con l’espressione mutilazione dei genitali femminili si fa riferimento a tutte le procedure che implicano la parziale o totale rimozione degli organi genitali femminili , per ragioni culturali o comunque non terapeutiche.

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