lunedì 10 ottobre 2016

Mutilazioni genitali femminili

Mutilazioni genitali femminili , su thes. Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. In molte culture, infatti, la sessualità femminile è vista come portatrice di malattie e infezioni, per questo si trova indispensabile agire in maniera così estrema. Un’altra falsa credenza per cui viene praticata la mutilazione genitale femminile è quella di favorire la fertilità della donna e la salute del nascituro.


L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce le mutilazioni genitali femminili (MGF) come “forme di rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni o altre modificazioni indotte agli organi genitali femminili , effettuate per ragioni culturali o altre ragioni non terapeutiche”.

Questa pratica sopravvive in molti Paesi del continente. E condanna per sempre le donne che la subiscono. Si conoscono vari tipi di mutilazioni genitali femminili con diversi livelli di gravità, di cui la più radicale è comunemente chiamata infibulazione. Nell’ambito dei programmi di cooperazione allo sviluppo condotti dal Ministero degli affari esteri e in particolare nei programmi finalizzati alla promozione dei diritti delle donne, in Paesi dove, anche in presenza di norme nazionali di divieto, continuano ad essere praticate mutilazioni genitali femminili , e comunque senza nuovi o maggiori. Scarica immagini premium che non troverai da nessuna.


Le mutilazioni genitali femminili sono praticate in trenta paesi del mondo. Secondo l’Unicef circa 2milioni di donne sono state sottoposte a questa pratica in tutto il pianeta. Più della metà vive in soli tre paesi: Indonesia, Egitto ed Etiopia.

Con un rito di passaggio alternativo (Arp) la Diocesi cattolica dei Meru e l’ong Catholic Relief Services insegnano alle ragazze del luogo sia i nuovi valori che quelli della vecchia scuola in sostituzione della mutilazione genitale. La guerra delle donne contro le mutilazioni genitali femminili. Chiunque, in assenza di esigenze terapeutiche, cagiona una mutilazione degli organi genitali femminili è punito con la reclusione da quattro a dodici anni. A parte Yemen, Iraq e Indonesia, si trovano tutti in Africa.


Milano (askanews) - Questa bambina ha solo anno e mezzo ed è appena stata vittima di una pratica antica quanto violenta: la mutilazione genitale femminile , considerata ancora oggi in molti paesi un rito di passaggio. Poiché stiamo parlando di mutilazioni genitali femminili , è facile capire qual è il suo ruolo in questa storia. E, in questo caso, il cutter è una donna. Era poco più di una bambina lei stessa quando ha praticato per la prima volta le mutilazioni genitali femminili a un’altra donna.


Spesso le mutilazioni genitali femminili sono soltanto dei numeri. Elevati, impressionanti. Ma restano comunque freddi, inducono al distacco.


Ci si dimentica troppo facilmente che dietro quelle semplici successioni di cifre ci sono in realtà delle storie. Prima versione delle linee guida elaborate a cura della Commissione Nazionale contro le mutilazioni genitali femminili del Dipartimento delle Pari Opportunità. Waris Dirie, modella e attrice di origine somala, come quasi tutte le sue connazionali ha subito questa orribile mutilazione da piccola e ha poi dedicato la sua vita a combatterla. Storia delle mutilazioni genitali femminili.


La mutilazione genitale femminile comprende tutte le procedure che includono la rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni o altre lesioni agli organi genitali femminili. L’infibulazione, la più cruenta delle mutilazioni genitali femminili che consiste nell’asportazione della clitoride, delle piccole labbra, parte delle grandi labbra vaginali e nella cucitura della vulva – nella quale viene lasciato un piccolo foro per permettere la fuoriuscita dell’urina e del sangue mestruale: questa è una vera e.

Chi pratica le mutilazioni genitali femminili viola i diritti umani, in particolare il diritto alla protezione dalla violenza contro le donne e le ragazze. Gli Stati devono proteggere le ragazze e le donne dalle mutilazioni genitali femminili e devono garantire loro l’aiuto necessario. Riguardano quindi donne lontane ma anche persone, ragazze e bambine, che vivono accanto a noi, e che con noi lavorano, studiano e crescono.

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